“SCUOLA E CALCIO”

Prima lo studio poi gli hobby, ma è importante seguire entrambi…

In una città malata di calcio come la nostra, che rievoca le annate di Zemanlandia con l’ambizione di tornare un giorno alla corte del calcio che conta, non ci si deve meravigliare se la maggior parte dei bambini, sin dai primi anni di scuola-calcio, sviluppa una forte passione per questo sport.

L’opera San Michele ne è la prova evidente. Otto mesi all’anno ritroviamo migliaia di ragazzi di tutte le età, che corrono dietro ad un pallone, dietro ad un sogno nel cassetto che solo pochi di questi riescono a realizzare. Il calcio deve essere prima di tutto un hobby, una passione, un modo per divertirsi e per socializzare, e non finalizzato ad un lavoro, perché il calcio ai giorni nostri purtroppo non garantisce un futuro ed è per questo che bisogna saper conciliare lo sport con lo studio.

In tanti credono che questo sia difficile, sia un vero e proprio problema; io credo che un buon calciatore possa invece essere un bravo studente nel momento in cui riesca ad equiparare la vittoria di una partita o di un campionato, al raggiungimento di un risultato scolastico, come ad esempio un buon voto ad un interrogazione o la promozione di fine anno. La stessa costanza con cui un ragazzo si allena durante la settimana per preparare l’incontro della domenica bisogna mettercela sui libri, in uno studio quotidiano che possa permettere allo studente di arrivare all’obiettivo senza troppe fatiche. Studio e scuola non devono essere in contrapposizione con lo sport e gli hobby degli studenti, ma spesso questo accade e si è costretti a compiere una scelta tra l’allenamento e lo studio, le due cose si possano conciliare solo nel momento in cui c’è un’organizzazione di base.

Talvolta si attribuiscono le insufficienze allo sport (specie quello agonistico). ecco, questo problema può essere ovviato se ci si organizza nel modo giusto, e talvolta bisogna considerare anche l’idea del sacrificio in un’ottica positiva: il sacrifico finalizzato al raggiungimento di una competenza, senza per questo rinunciare alle cose che fanno piacere.

 

GIUSEPPE RECCHIA

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