La Visita Pastorale non deve essere concepita come un semplice istituto giuridico, un adempimento burocratico del Vescovo o uno strumento d’indagine sulle parrocchie. Essa è piuttosto un’occasione preziosa per una conoscenza mutua tra Pastore e porzione del popolo di Dio a lui affidata: «un autentico tempo di grazia e momento speciale, anzi unico, in ordine all’incontro e al dialogo del Vescovo con i fedeli» (Pastores gregis, 46). La prospettiva più peculiare della Visita Pastorale è proprio quella dell’incontro con le persone: il primo posto spetta quindi alle persone, sia individualmente che a livello di gruppi e istituzioni, specialmente a coloro che prendono parte a vario titolo all’apostolato. Avranno ovviamente priorità i contatti con gli organismi pastorali, con i gruppi e le associazioni per verificare e incoraggiare il buon andamento delle comunità. Secondariamente la Visita Pastorale interessa anche le cose e i luoghi: per questo motivo il Vescovo delega ad alcuni Convisitatori il compito di esaminare le questioni di carattere più amministrativo, riservando a sé l’incontro con le persone. Nella visita al Popolo di Dio nessuno poi si senta escluso, credente o non-credente, trovando l’occasione di incontrare il Vescovo negli incontri che vengono proposti: in particolare lo sguardo del Vescovo è chiamato a cercare «il diretto contatto con le persone più povere, con gli anziani e gli ammalati» (Pastores gregis, 46).