“I giovani del clan (Scout) nel loro cammino di crescita usano elaborare un progetto personale di vita che periodicamente verificano con gli altri membri del gruppo. Ne pubblichiamo uno. STRADA Nel profondo del mio animo c’è un forte senso di egoismo, l’unica cosa che mi interessa realmente è il mio star bene, e tutto ciò che faccio è indirizzato al raggiungimento di questo obiettivo. A casa, nella mia famiglia, il mio impegno è quasi del tutto assente, mi limito a svolgere, controvoglia, piccole faccende dopo essere stata più volte richiamata dai miei genitori, ciò provoca un affaticamento di coloro che più di tutti si preoccupano di rendermi continuamente felice. Il mio impegno sta nel prendere iniziative nell’aiutarli, senza che ci sia bisogno della loro richiesta, di svolgere faccende di casa che a me non costano nulla ma che possono alleviarli da maggiori fatiche. A scuola purtroppo faccio il minimo indispensabile rispetto alle mie capacità perché rivolgo la mia totale attenzione su altre attività che considero più interessanti. Mi preoccupa principalmente quello che è il risultato finale di uno studio pomeridiano: il voto, l’importante è che sia un sei, questo basta, e mi rendo conto che è un atteggiamento di chi non ha ambizioni, di chi si accontenta facilmente. Il mio impegno sta nel compiere uno studio più approfondito che non sia finalizzato al ricevere un voto, ma che possa andare ad arricchire il mio bagaglio culturale. Concretamente mi impegno a studiare ogni pomeriggio tutto ciò che mi assegnano per il giorno dopo, in modo tale da non accumulare arretrati e compiere uno studio più maturo.
FEDE
Ogni domenica cerco di essere presente all’incontro con Dio in chiesa ma penso che ciò non basti. Purtroppo il rapporto che ho sempre avuto con Dio con il passare del tempo è diventato meno affiatato, a causa delle tante distrazioni che mi portano a mettere Dio sempre all’ultimo posto. Continuerò ad essere costante nel partecipare alla messa domenicale, ma voglio recuperare il rapporto con Dio prendendo l’impegno di pregare minimo due volte nell’arco della giornata, una la mattina e una la sera.
COMUNITA’
Analizzando il concetto di Comunità mi rendo conto di non avere un giudizio positivo dei componenti del gruppo di cui faccio parte; non vedo rispetto, ascolto, e tanto meno complicità, nessuno è attento ai bisogni e alle esigenze dell’altro. Non si fa altro che parlare, prendere impegni, che raramente vengono portati a termine, e ognuno pensa solo ed esclusivamente a se stesso. Eppure non penso minimamente che possa essere anch’io la responsabile di tutto ciò. Forse dovrei iniziare a farlo. Dovrei iniziare ad essere meno critica ma più pratica, dovrei essere io la trascinatrice che si pone in prima linea e, con entusiasmo, affronta ogni prova dando l’esempio. Così forse mi potrei accorgere che la nostra comunità non è poi cosi male, ha solo bisogno di essere spronata, e per questo motivo mi impegno concretamente a riportare all’interno della comunità ogni piccola cosa che scopro nella mia quotidianità che può tornare utile per la NOSTRA (mi ci metto anch’io) crescita personale.
SERVIZIO
Il mio desiderato servizio in Branco! Quando si dice “volere è potere”, da questo punto di vista posso essere un grande esempio. Ho sempre voluto che mi fosse assegnato il servizio in Branco, ma quando ho scoperto che ciò non era avvenuto mi sono mobilitata per cercare di ottenerlo a tutti i costi. Fortunatamente ci sono riuscita ed ora faccio parte anche io dei “vecchi lupi”. Ritengo di impegnarmi, di fare tutto ciò che posso, perché purtroppo c’è sempre la scuola che deve venire prima di tutto e che tante volte necessita di sacrifici. Il mio impegno sta nel continuare a fare del mio meglio, ma più concretamente nell’organizzarmi nel migliore dei modi con la scuola per cercare di essere presente anche alle riunioni della domenica mattina, a cui purtroppo non riesco a partecipare a causa dello studio eccessivo.
TERRITORIO
A livello territoriale non partecipo a nulla che possa andare a migliorare la nostra cittadina, tantomeno posso affermare di conoscere associazioni che si occupano di ciò. Le uniche iniziative che i capi clan ci propongono, o per un motivo o per un altro, non mi permettono di essere sempre presente. Mi sento in dovere di impegnarmi in questo ambito e d’informarmi su associazioni che si riuniscono, eventi che si organizzano, iniziative che vengono prese, per poi proporle alla mia comunità e cercare insieme di conoscere meglio la nostra città ed attivarci per essa.