IO E IL CORETTO

Le emozioni di una voce del “coretto”. Per me il coretto è l’appuntamento fisso di ogni settimana a cui non posso mancare. Io amo cantare e quindi il coretto è uno sfogo per l’anima e per la voce; l’ho visto crescere (in numero di bambini soprattutto) ma anche vivere momenti di difficoltà, che sono stati affrontati con fiducia e molto coraggio. L’impegno che ho preso diventa quindi non più un peso, ma un momento di allegria grazie alla simpatia dei nostri responsabili: Silvia e Michele. Inoltre mi dà il piacere di seguire le bimbe più piccoline aiutandole nel canto quando incontrano delle difficoltà, ed è stupendo vedere i loro progressi e sentirmi fiera di aver compiuto un buon lavoro. Quando entrai nel coretto (precisamente tre anni fa) non c’erano certo quaranta bambini ma, come si dice, “quattro gatti”; poi si sono aggiunti tutti gli altri, perché vedendo tutta l’energia e la vitalità che trasmettiamo, non hanno resistito: anche loro dovevano animare la messa con la stessa allegria che ancora oggi ci contraddistingue! Animare la messa è per me un’enorme gioia che mi porto dentro per tutto il giorno. Io continuerò a sorridere nel trambusto del via vai delle cartelline, delle mantelline arancioni che “cerchiamo” di riporre con cura al termine di ogni messa, e dei sorrisi trattenuti per una cartellina dei canti caduta che rimbomba nel silenzio della chiesa. Penso che il coretto sia un’esperienza irripetibile che ogni bambino dovrebbe vivere perché non c’è cosa più bella di cantare con la voce, ma soprattutto con il cuore, alla mensa di Gesù.

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