La mia Route ad Assisi: emozioni e pensieri di un’esperienza indimenticabile!

Difficile pensare di dover buttare giù delle riflessioni con il fine di far comprendere al lettore le proprie emozioni. L’esperienza che vi racconterò è stata una delle più forti, intense, sorprendenti che io abbia vissuto finora.
La sera del cinque gennaio, dopo una tombolata con tutta la Branca rYs (clan e noviziato), ci siamo messi in viaggio per raggiungere Assisi, per conoscere finalmente, grazie alla testimonianza dei Frati Minori e dell’intero paesaggio, il coraggio di San Francesco, quello che gli ha permesso di osare, con la speranza di imparare da lui anche solo un pizzico della sua immensa bontà.
Giunti sul posto, per vivere appieno lo spirito francescano, abbiamo deciso di trascurare, almeno per qualche giorno, ciò che non era veramente essenziale per noi ma del quale purtroppo quotidianamente non riuscivamo a fare a meno.
È stata una dura prova per noi ragazzi che siamo abituati a inviare sms tutto il giorno, a fumare, che siamo sempre attaccati a cose materiali e spesso ci dimentichiamo che esiste molto altro! Però ci siamo impegnati, il più forte dava conforto al più debole, e anche se non è stato facile, presto ci siamo resi conto che i nostri giorni in Route sono passati più in fretta e in allegria.
Se oggi dovessero chiedermi: “Ma cos’ è che ti è mancato di più in quei giorni?” io riflettendoci risponderei che non mi è mancato veramente niente perché, nonostante la lontananza dal mio cellulare e quindi anche dalle persone lontane, io mi sentivo piena, e dentro di me sentivo il cuore colmo di pace, di serenità. Probabilmente era la presenza di San Francesco che faceva di quel paesaggio un piccolo assaggio di quello che deve essere il paradiso.
Non ho mai visto tanta gente e contemporaneamente tanto silenzio, la tranquillità di quel posto ti fa stare talmente bene che quando vai via senti il bisogno di pensare: “Un giorno sicuramente ritornerò!”
Ho vissuto tre giorni immersa nella bellezza di quel paesino e mi sono sentita parte di esso, con il corpo e con lo spirito. È incredibile: provare per capire! Quando ci sei dentro ti prende lo stomaco da sentirsi male e bene contemporaneamente, tutto ti coinvolge così tanto che ti senti una persona nuova… è San Francesco che veglia su di te, non si spiega diversamente!
Una delle esperienze più belle che ho vissuto è stata quando abbiamo prestato servizio presso la casa di riposo per anziani e presso il centro per bambini affetti da varie malattie, lì ho capito che alcune volte tenere per mano una vecchietta sofferente, fare una carezza a un bambino triste, vale molto di più di una conversazione virtuale su facebook, di cui oggi purtroppo siamo quasi dipendenti!
Per non parlare della sensazione che ti lascia la tomba di San Francesco…tu vai lì e ti aspetti di trovare una cappella sfarzosa, non potrebbe essere diversamente per un uomo come lui che è stato all’altezza di grandi cose. Invece no, tutt’altro, le spoglie mortali di San Francesco d’Assisi sono custodite in una semplicissima tomba di pietra; colui che per tutta la vita ha deciso di fare dell’essenzialità la sua ragione di vita, ha voluto “proseguire il suo cammino dopo la morte” in maniera altrettanto semplice.
Quello che mi sento di testimoniare dopo questa esperienza, è che ognuno di noi dovrebbe sforzarsi di imitare un pochino San Francesco, perché lui ha avuto molto coraggio e ha osato, si è distinto dalla “massa”, ha seguito la giusta via ed è riuscito a raggiungere il Signore. Se vogliamo raggiungere tutti quello stesso obiettivo, dobbiamo cercare di comportarci esattamente come lui.
Martina Salemme

 

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