La nostra Scuola Materna ha cresciuto generazioni di bambini con la convinzione che formare il buon cristiano significa formare il buon cittadino. E’ una scuola importante per tutta la comunità parrocchiale, in 50 anni ha accolto e educato tanti bambini che, nell’affacciarsi alla vita hanno potuto mettere a frutto le loro inclinazioni; tanti di loro hanno condotto una vita semplice, altri hanno raggiunto traguardi più alti. Da due anni a questa parte la nostra cooperativa ha preso in gestione la Scuola subentrando alla lunga e produttiva opera delle Suore Murialdine. Ciononostante non sono cambiati i valori che restano d’ispirazione cattolica. Il nostro impegno è teso ad offrire dei servizi in più alle famiglie del quartiere e nello stesso tempo ad ottimizzare gli spazi e le risorse umane a nostra disposizione. Tutta la Parrocchia deve riscoprire la Scuola come una propria ricchezza per l’opportunità educativa che offre ai bambini negli anni chiave della loro formazione e per l’impegno che profonde nel rapporto con le famiglie e che vuole essere e sentirsi parte integrante della comunità parrocchiale.
La nostra passione per l’educazione e per il territorio nel quale operiamo ci porta tuttavia a rivedere il nostro modus operandi alla luce di tanti cambiamenti che gravitano intorno al bambino. Il nostro è un mondo frammentato, spesso mancano dei punti di riferimento da cui partire; un mondo che chiude le porte all’accoglienza e all’apertura verso il prossimo, che blocca e banalizza i percorsi educativi. I nostri bambini, sempre più alle prese con mass media e mondo digitale, spesso faticano a distinguere reale e virtuale, si sentono padroni del mondo davanti a PC e TV dove non è necessario rapportarsi con gli altri. Queste sfide proposte dai nuovi mezzi di comunicazione devono trasformarsi in opportunità per espandere qualitativamente il servizio educativo. Alla Scuola dell’Infanzia appartiene il compito di educare, formare, promuovere l’identità, l’autonomia e le competenze del bambino. Non è solo un luogo di apprendimento ma anche di cura educativa nel quale, attraverso un’attenta progettazione, si sollecitano potenzialità, linguaggi e forme di intelligenza. Le nuove tecnologie informatiche possono modificare sia l’apprendimento che le emozioni infantili. Alla luce di tutto ciò è indispensabile tracciare nuove strade per lo sviluppo dei processi formativi nell’età evolutiva avvalendosi delle nuove tecnologie informatiche, modificando in maniera innovativa le progettazioni, le attività didattiche e l’insegnamento. I bambini nati dopo il 2000 sono chiamati “nativi digitali” e sono cresciuti in simbiosi con telefonini, telecomandi, videogames, non conoscono altro mondo se non il digitale. Sono capaci, anche se in tenera età, di apprenderne velocemente l’uso e magari non sono capaci di utilizzare un oggetto comune che non sia già predeterminato. Questa nuova generazione ha sempre più difficoltà ad apprendere dalla manipolazione, dal gioco, dall’immaginazione. La scuola deve avere l’importante compito di offrire occasioni per realizzare esperienze che i bambini di oggi non potrebbero mai fare ma allo stesso tempo si deve adeguare ai nuovi sistemi: la simulazione della realtà offerta dalla multimedialità, permette di imparare con minor sforzo e maggiore naturalezza, di apprendere meglio gli strumenti linguistici ed espressivi e di conseguire capacità logico operative. E’ giusto quindi offrire entrambi le opportunità. Il fine ultimo deve comunque essere quello di creare una relazione tra il bambino e l’adulto. Per fare ciò serve una grande alleanza tra gli educatori e le altre figure che ruotano intorno ai piccoli. Educare è esserci, è far scoprire se stesso all’altro, ed è questo che noi educatrici della Scuola Materna “San Michele” ci proponiamo di fare avendo come unico obiettivo il bene e la crescita dei nostri bambini.
Rita Soldani