Al via il seminario sulle dinamiche di gruppo e risoluzione dei conflitti, promosso da ‘Le opere dell’Opera’ e ‘Solidaunia’. “Ogni individuo è come un pozzo ricco di acqua, che l’educatore deve saper tiare fuori”. Ne era convinto il pedagogo brasiliano Paolo Freire e ne sono altrettanto certi i responsabili della compagnia “Le opere dell’Opera” di Foggia, che da sabato 24 marzo propongono “Tutto il corpo pensa”, seminario di formazione sulle tecniche di Teatro dell’oppresso, in programma nell’Opera San Michele, in via Murialdo 1 a Foggia. Realizzato in stretta collaborazione con Solidaunia e la cooperativa Giolli di Reggio Emilia, il corso si pone l’obiettivo di insegnare la gestione delle dinamiche di gruppo, la risoluzione dei conflitti e l’esplorazione di se stessi attraverso gli altri. Articolato in 24 ore distribuite in due weekend (24-25 marzo e 28-29 aprile, il sabato dalle 15 alle 20, domenica con orari 9-12 e 15-18), il seminario ha già raccolto l’adesione di una trentina di partecipanti.
È un corso particolarmente indicato per operatori socio-culturali, psicologi, agenti penitenziari, insegnanti, animatori e attori, che sarà tenuto da Roberto Mazzini, tra i più validi ed esperti docenti del Teatro dell’oppresso. Inventato e sviluppato da Auguso Boal negli anni ’60 in Brasile, il teatro dell’oppresso nasce dall’insegnamento di Paolo Freire, da lui stesso definito “pedagogia del pozzo”. Il TdO è infatti un tipo di teatro educativo che ha come scopo principale quello di affrontare delle problematiche sociali/personali, utilizzando il confronto nel gruppo, la ricerca delle cause considerando i vari punti di vista e creando contesti utili per la ricerca collettiva di soluzioni.
Info 328.6843459