Gli oratori si danno da fare per la città e sono attori protagonisti, all'interno delle politiche giovanili, sociali e dello sport, di percorsi, di servizi educativi, di luoghi di socialità, di integrazione. Approfondiamo questo ruolo guardando all'esperienza di Brescia, città che ospiterà a settembre <<H10>>. Il rapporto di fiducia che gli oratori hanno con la comunità civile si esprime in tanti modi su tutto il territorio nazionale, ma nell'esperienza bresciana è interessante per la sistematicità con cui è costruito. Nella città lombarda, infatti, da settembre 2009 è stato stipulato, tra le parrocchie cittadine e l'amministrazione comunale, un accordo quadro di collaborazione <<per la promozione e il sostegno di iniziative tramite gli oratori a favore dei ragazzi in età evolutiva>>. Da questo accordo è nato un tavolo operativo, che vede rappresentanti degli oratori (con la presenza dell'Ufficio diocesano) seduti accanto agli assessori delle aree di riferimento. Ciò permette una visione condivisa per attivare e incentivare servizi educativi (spazi organizzati nei pomeriggi, laboratori, accoglienza) e valorizzare il patrimonio anche immobiliare degli oratori (sono stati fatti investimenti per il rinnovamento delle strutture sportive, delle sale prove musicali, delle sale della comunità). L'accordo è stato discusso e votato all'interno del Consiglio comunale, ricevendo, di fatto, un'approvazione all'unanimità che sottolinea il ruolo di patrimonio educativo degli oratori per la città. E' prevista, tra l'altro, una relazione annuale alle Commissioni di riferimento. Per gli oratori la possibilità di lavorare in modo sistematico e organizzato per il bene comune ha reso ancora più visibile la propria vocazione di servizio, con maggior apertura alle esigenze dei ragazzi, compresa l'emergenza educativa. Il servizio alla città non è una dimensione aggiunta alla definizione di oratorio: l'essere cittadini è un obiettivo che si integra con gli obiettivi formativi offerti dall'oratorio.